martedì 29 ottobre 2019

 

Addio (F. Guccini - Album: Stagioni.2000)

Nell'anno '99 di nostra vita
Io, Francesco Guccini, eterno studente
Perché la materia di studio sarebbe infinita
E soprattutto perché so di non sapere niente
Io, chierico vagante, bandito di strada
Io, non artista, solo piccolo baccelliere
Perché per colpa d'altri, vada come vada
A volte mi vergogno di fare il mio mestiere
Io dico addio a tutte le vostre cazzate infinite
Riflettori e paillettes delle televisioni
Alle urla scomposte di politicanti professionisti
A quelle vostre glorie vuote da coglioni
E dico addio al mondo inventato del villaggio globale
Alle diete per mantenersi in forma smagliante
A chi parla sempre di un futuro trionfale
E ad ogni impresa di questo secolo trionfante
Alle magie di moda delle religioni orientali
Che da noi nascondono soltanto vuoti di pensiero
Ai personaggi cicaleggianti dei talk-show
Che squittiscono ad ogni ora un nuovo "vero"
Alle futilità pettegole sui calciatori miliardari
Alle loro modelle senza umanità
Alle sempiterne belle in gara sui calendari
A chi dimentica o ignora l'umiltà
Io, figlio d'una casalinga e di un impiegato
Cresciuto fra i saggi ignoranti di montagna
Che sapevano Dante a memoria e improvvisavano di poesia
Io, tirato su a castagne ed ad erba spagna
Io, sempre un momento fa campagnolo inurbato
Due soldi d'elementari ed uno d'università
Ma sempre il pensiero a quel paese mai scordato
Dove ritrovo anche oggi quattro soldi di civiltà...
Io dico addio a chi si nasconde con protervia dietro a un dito
A chi non sceglie, non prende parte, non si sbilancia
O sceglie a caso per i tiramenti del momento
Curando però sempre di riempirsi la pancia
E dico addio alle commedie tragiche dei sepolcri imbiancati
Ai ceroni ed ai parrucchini per signore
Alle lampade e tinture degli eterni non invecchiati
Al mondo fatto di ruffiani e di puttane a ore
A chi si dichiara di sinistra e democratico
Però è amico di tutti perché "non si sa mai"
E poi "anche chi è di destra ha i suoi pregi" e gli è simpatico
Ed è anche fondamentalista per evitare guai
A questo orizzonte di affaristi e d'imbroglioni
Fatto di nebbia, pieno di sembrare
Ricolmo di nani, ballerine e canzoni
Di lotterie, l'unica fede il cui sperare
Nell'anno '99 di nostra vita
Io, giullare da niente, ma indignato
Anch'io qui canto con parola sfinita
Con un ruggito che diventa belato
Ma a te dedico queste parole da poco
Che sottendono solo un vizio antico
Sperando però che tu non le prenda come un gioco
Tu, ipocrita uditore, mio simile
Mio amico


Ma che cazzu te bussi socì forte?! 
Se sta missu lu catenacciu vordìne che è 'nzerratu e non ci sta chielli! 
O vo' sfonnà la porta e entrane pe' forza? 
Mah!! Fa un po' come cazzu te pare e piace...

Piccolo ricordo di un Grande Amico (mai dimenticato!)

Caro Osse, amico di tantissime serate e zingarate peteciane, perdonami se ti scrivo con molto ritardo per ringraziarti di tutto quello che mi hai insegnato in mezzo secolo di vita. Sei stato per me un fratello maggiore, un affetto sincero, un riferimento  valoriale e culturale, un esempio di rettitudine morale e di onestà intellettuale. Un Maestro di vita, un Professore di vita. Come poteva esserlo solo un uomo "antico" - di altri tempi, si direbbe oggi - un Uomo vero e autentico, un Gigante della vita. Tu non  sei stato soltanto un fratello maggiore per me, ma anche un amico sincero per Papà Silverio - altro Gigante  insieme a tantissimi altri Galantuomini dei bei tempi andati e mai scordati. Compagno di mille serate "carnacialesche", iniziate a  Zingari da Assunta e finite in canti popolari dalla Piazza fino alle Lesche e ritorno!! Quante Piemontesina, Sogna Firenze, La Campagnola, Lu Molinaru, La Vennegna, La Valsugana, Sul Ponte di Bassano, Lu Spazzacamminu (che tu preferivi) tutte cantate  a recchia!!! E di tutte quelle partite de pallone a llu campu de llu Ghiuaru a Collardu e di

























tutte quelle Coppe Meloni a Orvinio e dei migliori momenti calcistici vissuti insieme. Ricorderai anche tu quell'atterraggio da incubo a Catania Fontanarossa. Alla cloche c'era il comandante Barberis (e chi se lo scorda!) che non riusciva a far toccare terra al DC9 dell'Alitalia: una strizza che non finiva mai. E poi le nottate sull'Etna che eruttava, la Grotta di Dionisio e l'isola di Ortigia a Siracusa, la Valle dei Templi ad Agrigento, gli Spaghetti alla Fascista a Catania e tutto il periplo dell'isola insieme, con la Fiesta fiammante di mio suocero Gaetano. Che pacchia quelle giornate, quei momenti passati insieme e mai scordati!! Come pure Papà Silverio  non ha mai dimenticato gli Oktoberfest e le altre gite vissute insieme a te.
Grazie, grazie per tutto quello che hai saputo dare a me e alla Comunità Peteciana!! E siccome eri un vero cattolico ti saluto con un semplice: "Che Iddio ti abbia in gloria".

Spero di poterti riabbracciare insieme a Papà Silverio, Mamma Vittoria, Zia Maria, i Nonni, Robertino, De Somma, Pietro de Ulisse, 'Nocenzo de Benincasa, Dalmazio, Pescolla, Americo, Giggi, Angelino, Donato, Pupo, Marco, Benedetto, Franco, Mezzanotte, Angelu de Frattaccia, lu Guardianu, Marino de Casianu, Bruno d'Elia, Mario de Pipperocco, Aquilino, Benito, lu compare Giorgio e Peppe e tutti, ma proprio tutti, i fratelli peteciani con i quali ho vissuto la parte migliore della mia vita. Ciao Fratello... e continua a starmi vicino perchè  ho ancora tanto, tanto bisogno di Te. Se un giorno lassù ci ritroveremo dovrò spiegarti alcune cose che oggi mi pesano tanto, ma proprio tanto. Adesso so che cosa ho veramente perso, che cosa mi manca per sentirmi davvero vivo!!






L'ELEZIUNI PETECIANE 1975